Pubblicato nel 1977, “Sin After Sin” dei Judas Priest si colloca in un momento di svolta per la band, seguendo le orme del rivoluzionario “Sad Wings Of Destiny”. Quest’opera, oggetto di dibattito per il suo approccio meno ortodosso, mescola elementi di romanticismo con influenze Hard Rock più classiche, creando un amalgama che, per alcuni, si discostava dalle aspettative.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l’album si rivela una gemma piena di energia, con tracce che spaziano dalla veemenza iconoclasta tipica dei primi esperimenti nel Metal a momenti di dolcezza più intima. “Sinner”, la traccia d’apertura, esemplifica perfettamente questa dinamica, offrendo una performance incendiaria caratterizzata da soli mozzafiato e dalla voce carica di pathos di Rob Halford. L’album prosegue con “Diamonds And Rust”, una cover brillantemente eseguita di Joan Baez che mette in luce la solidità della sezione ritmica del gruppo, e “Starbreaker”, che brilla particolarmente nelle sue esecuzioni dal vivo, come dimostra la versione presente su “Unleashed In The East”.
Non tutte le tracce raggiungono gli stessi picchi, con “Last Rose Of Summer” e “Let Us Prey / Call For The Priest” che, nonostante presentino momenti di interesse, non si distinguono come i pezzi più forti dell’album. “Raw Deal” ritorna alle radici sonore della band, con un crescendo finale che cattura l’ascoltatore, mentre “Here Come The Tears” incanta con un’introduzione di arpeggi acustici e un assolo di chitarra elettrica di rara bellezza, preludio alla potente “Dissident Aggressor”, un inno di pura aggressività che anticipa le sonorità dell’Heavy Metal moderno.
La riedizione rimasterizzata arricchisce ulteriormente l’esperienza con l’aggiunta di “Race With The Devil” e una performance dal vivo di “Jawbreaker”, confermando “Sin After Sin” come uno dei pilastri della discografia dei Judas Priest e del Metal anni ’70.
Nonostante le controversie legate al suo titolo e le accuse di satanismo, in parte alimentate dalla crescente popolarità del gruppo negli Stati Uniti, “Sin After Sin” si impone come un’opera audace e innovativa, capace di sfidare le convenzioni e di esplorare nuove direzioni musicali senza perdere l’identità e la forza che hanno reso i Judas Priest una band leggendaria.
VOTO AL DISCO: 9/10