Empire of the obscene

Introduzione: semplicemente meraviglioso.

Pur essendo un disco di debutto e, per giunta, autoprodotto, questo “Empire Of The Obscene”, primo pargolo in casa Revocation (Anno Domini 2008), mostra una band completamente matura, capace di sfornare brani che farebbero tremare cielo e terra e metterebbero in ridicolo formazioni ben più blasonate all’interno del settore thrash n’ death.

Stile e Influences

Se c’è una cosa che abbiamo imparato dal thrash e dal death metal è che entrambi sono generi potenti e affascinanti. Aggiungiamo a questo una certa propensione per le melodie, una buona spinta hardcore, molta violenza, tantissima tecnica e, per finire, quel tocco grind estremo e brutale, ed ecco che otteniamo un disco con una quantità smisurata di qualità che richiederebbe un supercalcolatore per essere contate.

La Band

Questi sono i Revocation, una formazione americana che, pur traendo ispirazione dai grandi del thrash e del death metal, riesce a non essere derivativa, risultando ascoltabile dall’inizio alla fine e, soprattutto, per certi versi, anche originale.

Non sorprendetevi se “Unattained” (opener dell’album) vi travolgerà con un cantante indemoniato che lancerà growl come se fosse il demonio in persona. Un brano chiaramente devoto agli Slayer prima maniera, nonché ai The Crown più selvaggi, che però mette in luce tutte le abilità del combo americano: velocità, violenza, melodia, brutalità, tecnica e tanto altro. Questi elementi non mancano mai.

Brani Notevoli

In particolare, la composizione che a mio parere è la più bella del lotto, “Exhumed Identity”, è sorretta da pregevoli riff di chitarra e da micidiali assoli eseguiti magistralmente da Mr. David Davidson, un chitarrista che definire mostruoso e geniale sarebbe riduttivo.

Infatti, l’album decolla grazie al suo talento. È proprio merito delle parti di chitarra se i brani risultano così perfetti. Perfetti nei riff, martellanti e rocciosi all’inverosimile; perfetti nell’esecuzione dei soli di chitarra, puliti e incredibilmente veloci, dai quali traspare un retrogusto per lo stile barocco, tanto caro a Malmsteen ma qui molto più devoto al monumentale Alex Skolnick. Se non sapete di chi sto parlando, forse dovreste cambiare genere musicale.

Se consideriamo anche che il livello tecnico nell’esecuzione dei brani da parte di tutta la band è perfetto, otterremo quello che avrebbe potuto essere il “Disco del 2008”, facendo sfigurare persino i Testament.

Brani come le già citate “Unattained” e “Exhumed Identity” o l’ultratecnica “Fields Of Predetion” che fa coppia con “Age Of Iniquity” non possono assolutamente passare inosservati. L’album è una sorta di best seller del genere, una raccolta di gioielli del thrash n’ death più veloce e tecnico.

Strumentali Eccezionali

La strumentale “Alliance In Tyranny” ci mostra una band completamente matura e dannatamente capace. In questa canzone, tecnica e melodia si fondono assieme agli elementi classici del metal estremo, dando vita a quella che potrebbe essere la creazione perfetta di un grande artista.

Perle dell’Album

Un’altra perla dell’album è la pirotecnica “Summon The Spawn”, nella quale il nostro metronomo andrà letteralmente a fuoco, mentre noi collasseremo in una beata sofferenza degna del miglior sadomasochismo.

Una Chicca

Chiudo la recensione segnalando un’ulteriore perla strumentale, la bellissima “Stillness”, in cui ancora una volta il nostro chitarrista riesce a compiere un miracolo sonoro, regalandoci un gioiello acustico dal valore inestimabile.

Conclusione

Un plauso finale a tutta la band, dal già menzionato e mai troppo lodato David Davidson che, oltre a occuparsi delle parti di chitarra, si dedica anche al canto assieme al bassista Anthony Buda, mostrando una abilità canora fenomenale. Infine, se dovessi descrivere il drumming di Phil Dubois-Coyne, dovrei inventare parole nuove: velocità e tecnica allo stato puro.

Dimenticate i Testament, dimenticate i The Crown, dimenticate tutto il panorama del thrash n’ death. Solo così, pur sentendo traspirare quelle che sono le loro muse ispiratrici da ogni singola nota di “Empire Of The Obscene”, apprezzerete ancor più questo capolavoro del metal estremo.

Il loro prossimo lavoro è già sulla lista dei miei acquisti…

VOTO: 9.5

Di Dalagh The Red

Programmatore Esperto, Nerd Veterano, Mago di Internet, essere umano; sì, in quest'ordine. Giocatore da tempi immemori di Magic ha scalato le classifiche per oltre un decennio, non dimenticando le sue sessioni GDR con diverse modalità. Lui Lui

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