THE DARKNESS – ONE WAY TICKET TO HELL… AND BACK

Recensione del secondo album dei The Darkness, con critiche sul loro cambiamento e sulla qualità della musica.

Bravi, questi “The Darkness”…

Mi ricordo il momento in cui acquistai il loro primo disco e ne rimasi entusiasta. Poi, dopo nemmeno una settimana dalla scalata alle hit parade (dannata MTV, un giorno o l’altro subirai l’ira del Dio del Metallo e, quel giorno, danzeremo sui vostri cadaveri a festeggiare e bevendo grappa, rutteggiando e scoreggiando sulle facce dei truzzi e popettari del cazzo!), iniziarono i primi screzi nel gruppo, le prime uscite poco felici di patron Hawkins, le prime pretese del gruppo (o del manager?… fa lo stesso, tanto usavano la stessa testa, ossia, quella del cazzo) a pretendere d’essere pagati fior di milioni, per due secondi di apparizione live (quando, una volta, proprio loro, non solo elemosinavano tali apparizioni ma, addirittura, venivano sottopagati, o non pagati affatto, per le stesse).

Poi, come se non bastasse, la bestemmia delle bestemmie, roba da essere fulminati all’istante per la sola colpa d’aver pensato una cosa simile: “Justin Hawkins, l’uomo dallo stesso carisma e DALLA STESSA VOCE DI…. (mio Dio…. no, non costringermi a scriverlo… davvero…. non ce la faccio…. sto per vomitare…. BUORP!!!)…. di…. FREDDY MERCURY!!!!!

Ma, signore e signori miei, ci rendiamo conto? Il povero Freddy, altro che rivoltatosi nella tomba! Quello sta lì, lì, per dissotterrarsi da solo e, con l’ausilio del suo infallibile corvo, andare a portare morte, sterminio e giustizia tra tali dissipatori e feticisti, nonché, luridi assassini del rock e della musica in generale! Bastardi!!!!

Lo dico io, sempre, lo dico e lo ripeto… morirete tutti!

I “D Darkness….”, un tempo bravi, forti, coraggiosi, dannatamente hard rock, oggi, lobotomizzati dalla smania di successo, succubi adepti del Dio Danaro, figli di quella porca di una puttana di un’Eva che li rese capaci di compiere tali azioni.. VERGONA, vergogna!

A mare, li getterei, voi e la vostra schiera di fan, uno più coglione dell’altro (che inneggiano striscioni con su scritto “La stessa voce di Freddy!!”. Freddy chi? Freddy, Kruger? O forse l’amico babbione di comitiva, che si trattiene sempre al bar sotto l’angolo di casa, convinto di saper cantare e che, ad ogni matrimonio, lo si fa salire sul palco per scompisciarsi dalle risate alle sue spalle?

Non ditemelo, vi prego…

A zappare la terra, Cristo, a zappare… e non venitemi a raccontare che artisti si nasce, perché, a me sorge il dubbio che, anche il primo lavoro, band compresa, siano stati pianificati a tavolino, da altri porci mangia pane a tradimento, che si nutrono del letame che la società scarica puntualmente nelle fogne e si ingrippano il loro ventre con il nostro sudore, dai nostri soldi GUADAGNATI ONESTAMENTE, e spesi per dar da mangiare a voi, figli di un dio minore, seguaci della religione del danaro.

E bravi, davvero bravi… Guardate, non ho speso una parola sulle canzoni, perché sono l’una più scialba, scarna, sciapa, noiosa, brutta, anzi, bruttissima dell’altra.

D Darkness: che possiate finire strangolati dalle vostre stesse mani! Che possiate ardere tra le fiamme dell’inferno, assieme al vostro denaro (con un bel TICKET TO HELL di sola andata, without RETURN)!!!!

VAFFANCULO!

VOTO: 0

P.S.: la mia maledizione si è avverata. Questa recensione è stata scritta nel periodo di uscita del disco che mi ha fatto uscire di senno e ha fatto uscire i “D Darkness” dalla scena musicale. E meno male per tutti. La morale? Non fatemi incazzare spacciando lavori di merda come lavori buoni o peggio “più” che buoni. E dovreste vedere cosa sono capace di fare quando mi incappero veramente… muuahuahauhauahauha!!!!!!

di Licio

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