Recensione del libro Alpharius: Head of the Hydra

(Spoiler Alert!)

“Io sono Alpharius. Questa è una bugia.”

– Alpharius, primarca della XX legione

Si apre, forse nella maniera più iconica, il libro Alpharius: Head of the Hydra della serie Horus Heresy dedicata ai Primarchs, i semidei opera di ingegneria genetica dell’Imperatore del genere umano. Disponibile in Italia in inglese, è edito dalla Black Library, divisione della società Games Workshop, e si può trovare solo in copertina rigida, dopo che, per un breve periodo, era stato accessibile esclusivamente in edizione limitata. L’autore è Mike Brooks, scrittore, tra l’altro, di Underhive: A Necromunda Anthology e Rites of Passage.

Pur dovendo parlare delle origini di quello che è il signore della legione con più segreti tra tutti, stupisce come venga svelato fin da subito uno dei dubbi che più aveva alimentato le discussione della community: Alpharius non si è mai allontanato dalla Terra, anzi è il primo dei Primarchs a essere ritrovato dall’Imperatore. Il suo nome, quindi, non è semplicemente una parodia del fatto che sia a comando dell’ultima legione ma, effettivamente, riflette il fatto che sia il primo a rientrare tra le fila dell’Imperium.

Infanzia

La sua infanzia, a differenza di quella di altri Primarchi, è condizionata da ciò: è educato da niente meno che Malcador il Sigillita, unico, oltre all’Imperatore, a sapere della sua presenza. Il suo stesso esistere deve rimanere un segreto e questo è anche il compito affidatogli da suo padre, una missione questa che Alpharius prende subito a cuore trasformando il suo essere un segreto in un’arma. Esempio di questo è il suo voler testare continuamente le difese imperiali, al fine di migliorarle. Grazie al suo racconto – la narrazione è condotta da Alpharius stesso – si vengono a scoprire dettagli sulle fasi che precedono l’inizio della Grande Crociata.

Libro alpharius
Copertina del libro

Conclusasi questa prima fase giovanile, in concomitanza col procedere della crociata, inizia la fase adulta del nostro protagonista, anche lui coinvolto nella campagna. Infatti, Alpharius e la sua legione, non ancora numerata e nascosta dalle altre, opera in vari settori già conquistati oppure, sotto copertura, aiutando le altre legioni.

Là dove c’è il rischio che scoppi una ribellione, questa viene sedata senza che nessuno abbia capito qualcosa; là dove un capitolo ha bisogno di aiuto, lì ci sono legionari della XX legione camuffati pronti a sostenerli. In questa seconda fase, viene fuori il lato più introspettivo del Primarca, forse quello più umano. Alla sua comprensione che sia uno strumento, si aggiunge la ricerca di gloria e la voglia di uscire dall’anonimato.

L’ultima fase del libro

quella che potremmo definire la più matura, vede un Alpharius che coniuga il sentimento di rivalsa sui suoi fratelli Primarchi, già pieni di trionfi, con la ricerca di se stesso, o almeno dell’altro se stesso.

Al nostro protagonista, infatti, è già chiaro fin dagli albori di non essere completo, della mancanza di qualcosa o meglio qualcuno. Tale sua percezione verrà poi confermata, quando, durante una campagna condotta con i Dark Angels, scoprirà una trasmissione di soccorso su un pianeta (apparentemente) abbandonato. La riscoperta del suo gemello porterà un’escalation di eventi che si concluderà con un quanto mai peculiare modo di far saper che esiste il XXesimo Primarch.

Conclusione

Alpharius: Head of the Hydra è un libro scorrevole e mai banale, ripercorrendo in prima persona le vicende del protagoniasta, pone il lettore difronte a prospettive quanto mai peculiari. Le sua percezione dei fratelli ci viene fornita in maniera distaccata, ma non per questo meno riflessiva. La sua ossessione per le fragilità dell’altro ci mostra, però, anche la grande pecca di un semidio, quasi incapace di vedere le proprie. Tutta l’opera è un continuo di sotterfugi e probabili bugie, dato che l’abilità più grande è nascondere menzogne all’interno di altre falsità. Il fatto che poi ad Alpharius si aggiunga Omegon, rende ancora più difficile capire chi sia chi e così rimane, alimentando leggende e meme.

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di Licio

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